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  • Protocollo di trattamento: 6-8 ore al giorno per 30-60 giorni

OSTEOPOROSI

L’elasticità delle ossa può essere messa a rischio dall’osteoporosi, patologia degenerativa che mette a rischio fratture i soggetti che ne sono affetti. Molte sono le cause dell’come per esempio l’età del paziente, la concomitanza di malattie sistemiche o locali, la sede e la tipologia della frattura. In questi casi l’ortopedico può decire di intervenire precocemente.

La Magnetoterapia 2A migliora l’elasticità ossea, migliora il decorso dell’osteoporosi.

  • Protocollo di trattamento: 120 minuti al giorno secondo indicazione di stadio della patologia.

Fratture recenti a rischio di mancata consolidazione

La riparazione dell’osso può essere messa a rischio da diversi fattori, molti dei quali identificabili fin dalla diagnosi della frattura, come per esempio l’età del paziente, la concomitanza di malattie sistemiche o locali, la sede e la tipologia della frattura. In questi casi l’ortopedico può decire di intervenire precocemente.

La Magnetoterapia 2A abbrevia significativamente il tempo di guarigione

  • Protocollo di trattamento: 6-8 ore al giorno per 30-60 giorni

Ritardo di consolidazione e pseudoartrosi

Per ritardo di consolidazione si intende la situazione in cui una frattura tarda a guarire rispetto ai tempi normalmente previsti per il tipo di frattura e per l’età del paziente. Quando questo ritardo supera i 6 mesi, la mancata consolidazione si definisce pseudoartrosi.

È una complicazione tardiva determinata dall’interruzione dei normali processi di guarigione della frattura. Le cause posso essere molteplici: cause meccaniche (sede e tipologia di frattura), biologiche (insufficiente attivazione dei processi fisiologici che portano alla guarigione dell’osso) o una combinazione di entrambe.

  • Protocollo di trattamento: 6-8 ore al giorno per 30-60 giorni

Sindrome del Tunnel Carpale

La sintomatologia, soprattutto negli stadi iniziali, può spesso essere risolta senza ricorrere all’intervento chirurgico. L’identificazione e il trattamento medico dell’eventuale malattia di base, il cambiamento di una gestualità lavorativa particolare, l’utilizzazione di un tutore rigido o di una polsiera armata, con cui mantenere il polso in una posizione di riposo durante l’attività lavorativa, sono tutte procedure volte a ridurre la pressione sul nervo mediano. In questa fase la MAGNETOTERAPIA 2A può attivare un profondo effetto antalgico che permette di diminuire la pressione del nervo e eliminare la sensazione dolorosa.

L’utilizzo della MAGNETOTERAPIA 2A permette di ottenere la riduzione del dolore nell’88% dei pazienti trattati in fase non cronicizzata. Nei casi nei quali non è possibile fare l’intervento chirurgico a causa di evidenze mediche avverse la MAGNETOTERAPIA 2A risulta essere la scelta migliore per evitare un abuso farmacologico.


  • Protocollo di trattamento: 20-120minuti al giorno per 15-30 giorni

Artrite Reumatoide

L’artrite reumatoide (AR) è una patologia infiammatoria cronica a patogenesi autoimmunitaria, eziologia sconosciuta e andamento progressivo, che colpisce, in modo simmetrico, le articolazioni del corpo umano conducendo alla distruzione dei tessuti osseo e cartilagineo con conseguente deformazione dei capi articolari. la terapia farmacologica essenziale può essere coadiuvata da quella stumentale.

Si pubblica il presente studio esaustivo sulla riduzione del dolore da artrite reumatoide attraverso l’uso di campi magnetici.

Editor: MUDr. Peter Bednarčík CSc. | 11. Gennaio 2019

S. Milutinovic, S. Brankovic, Univerzitet u Beogradu, Medicinski fakultet, Institut za reumatologiju

Lo studio è stato eseguito su 60 pazienti divisi in due gruppi uguali. Il primo gruppo ha utilizzato il campo magnetico pulsato a bassa frequenza (CMPBF) (5 mT, 15 Hz , 30 min) e la chinesiterapia su entrambe le mani, mentre l’altro gruppo ha utilizzato solo la chinesiterapia. Durante le prove, il farmaco non è cambiato, entrambi i gruppi hanno ricevuto gli stessi farmaci e le stesse dosi. Non è stata adottata ness’un altra procedura fisioterapeutica. Il dolore radio carpale (RC), metacarpo-falangeo (MCF) e prossimo interfalangeo (PIF) delle articolazioni è stata valutato utilizzando una scala analogica visiva (SAV) all’inizio e al decimo giorno di trattamento. I gruppi erano omogenei per quanto riguarda le caratteristiche demografiche e le classi anatomiche e funzionali di Steinbrocker. I risultati sono stati analizzati con il test di Wilcoxon . Nel primo gruppo è stata osservata una riduzione significativa del dolore ( p < 0,001) nel RC da 62,3 mm a 37,0 mm (-40,6 %), MCF 64,4-34,4 mm (-46,6 %) e per quanto riguarda le articolazioni PIF da 67,1 mm a 40,5 mm (-39,6 %). Nel secondo gruppo la riduzione del dolore non era statisticamente significativa: nel RC – da 67,6 mm a 59,5 mm (-11,9 %) e nel MCF – da 66,5 mm a 60,4 mm (-9,2%), mentre una significativa riduzione del dolore articolare è stata riscontrata nell’articolazione PIF, con un intervallo da 63,9 mm a 56,0 mm (-12,4 %) (p < 0,05).

La MAGNETOTERAPIA 2A  risulta essere la scelta migliore per migliorare il dolore da artrite reumatoide.


Fibromialgia

La Fibromialgia è una patologia caratterizzata da dolori muscolari diffusi associati ad affaticamento, rigidità, problemi di insonnia, di memoria e alterazioni dell’umore. Anche se non esiste una vera cura per questo problema, sia i farmaci, sia un approccio mirato al rilassamento e alla riduzione dello stress possono aiutare ad alleviare i sintomi.una patologia infiammatoria cronica a patogenesi autoimmunitaria, eziologia sconosciuta e andamento progressivo, che colpisce, in modo simmetrico, le articolazioni del corpo umano conducendo alla distruzione dei tessuti osseo e cartilagineo con conseguente deformazione dei capi articolari. la terapia farmacologica essenziale può essere coadiuvata da quella stumentale.

Quello associato alla fibromialgia è un dolore sordo e costante, in genere proveniente dai muscoli, che riguarda varie sedi corporee a distribuzione simmetrica. Questo dolore si acuisce quando è esercitata una pressione intensa su specifici punti del corpo, detti punti sensibili o tender points, e viene valutata con un punteggio che permette di ottenere una diagnosi di certezza.

La Magnetoterapia può aiutare a migliorare la sintomatologia dolorosa cronica generando un effetto antidolorifico costante e duraturo.

La MAGNETOTERAPIA 2A risulta essere la scelta migliore per il dolore da fibromialgia.


  • Protocollo di trattamento: 2-8 ore al giorno per 15-30 giorni

Ernia del disco

L’ernia del disco intervertebrale, o ernia discale, è il risultato della rottura dell’anulus fibroso del disco intervertebrale con relativa dislocazione e fuoriuscita del nucleo polposo in toto o di parte di esso. Lo sfiancamento dell’anulus, senza la sua rottura, configura il quadro di protrusione discale. L’ernia del disco che interessa la porzione posteriore del disco provoca la presa di contatto, diretta od indiretta, del contenuto discale espulso con le strutture nervose contenute nel canale spinale: meningi, midollo spinale e/o radici nervose. L’ernia discale può avere cause traumatiche, congenite (es. collagenopatie) o, più frequentemente, di natura degenerativa.

Si hanno dolori vertebrali, cervicali, dorsali o lombari a seconda della sede dell’ernia ed eventuali disturbi da compressione delle strutture nervose che si trovano nel canale vertebrale. In generale si distinguono segni di danno radicolare e segni di danno midollare.

Si distingue inoltre una prima fase molto precoce caratterizzata da una sindrome irritativa, sostanzialmente da dolore, e una seconda fase subacuta con manifestazioni deficitarie, ossia di vero danno sensitivo/motorio a carico delle radici nervose e/o del midollo compresso dall’ernia. Può causare quindi sofferenza radicolare con irritazione/danno a distribuzione nel rispettivo metamero, così come sofferenza midollare.

Gli scenari clinici possibili e le molteplici possibilità terapeutiche rendono l’ernia del disco una patologia particolarmente variegata; ne deriva la necessità di un’attenta valutazione al fine di fornire al paziente la miglior strategia terapeutica possibile.

L’ernia del disco è una problematica acuta con importante tendenza alla recidiva del quadro clinico; non tutti i pazienti, anche se adeguatamente trattati od inviati alla chirurgia, raggiungono una risoluzione del dolore.

La Magnetoterapia può aiutare a migliorare la sintomatologia dolorosa cronica generando un effetto antidolorifico costante e duraturo, risolvendo gli effetti secondari e migliorando di conseguenza posturae movimenti.

La MAGNETOTERAPIA 2A risulta essere la scelta migliore per il dolore da ernia del disco.


  • Protocollo di trattamento: 50 minuti al giorno per 10-15 giorni

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